L'avvenente assessora

Il 22 agosto 2003 il sindaco di Villorba, comune in provincia di Treviso retto da un’amministrazione leghista, nomina il nuovo assessore ai servizi sociali, C.B., una ragazza 25enne molto avvenente, che si presenta alla conferenza stampa appositamente indetta indossando un vestito decisamente succinto, munito di scollatura che lascia intravedere un seno prorompente. E nel presentare il proprio programma, l’assessore si lascia incautamente sfuggire la seguente frase: “Affronterò i problemi di petto […]. I cittadini con dei bisogni, giovani e anziani, venissero da me, troveranno appoggio”.

L’opposizione, presente in Consiglio comunale con una lista civica denominata “La nostra Villorba” e composta da due consiglieri, non si lascia sfuggire l’ occasione. Sul proprio sito inserisce una vignetta riproducente un fumetto manga con i seni scoperti e indicante nome e cognome del neo assessore, riportando fedelmente la frase da lei pronunciata nel corso della conferenza stampa.

C.B. reagisce alla vignetta querelando per diffamazione I.B., autore della vignetta e consigliere per la lista civica dell’opposizione. Su richiesta della Procura della Repubblica di Treviso, il gip dispone in data 9 settembre 2003 l’oscuramento del sito.

Contro il provvedimento i responsabili del sito propongono reclamo al Tribunale di Treviso, il quale annulla il provvedimento del GIP riconoscendo il diritto di satira e affermando che “Si appalesa in pieno l’esercizio del vignettista del diritto di satira, che è manifestazione di libertà […] ove non trascenda in esposizione della persona al disprezzo e al ludibrio della sua immagine pubblica”. Secondo il Tribunale, le vignette “si limitano a porre in ridicolo le promesse dell’assessore all’atto della nomina” e l’assessore “paga il dazio della notorietà nonché della sua avvenenza fisica presa di mira per caratterizzare il personaggio” e non può ritenersi offesa “nella sua integrità fisica e morale”.

(Trib. Treviso 3 ottobre 2003)
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Il provvedimento del Tribunale di Treviso, che ha annullato quello del gip, è ineccepibile. L’oscuramento del sito era stato disposto in evidente spregio ai più elementari principi che regolano il diritto di satira. Nel caso in questione, infatti, si può agevolmente notare come il nesso di coerenza causale tra dimensione pubblica dell’assessore e contenuto del messaggio satirico sia in realtà tra i più solidi che si siano mai visti.

Innanzitutto è indubbia la dimensione pubblica del neo assessore, in considerazione della sua partecipazione alla vita politica della comunità. Tale dimensione pubblica risulta, altresì, specificata, arricchita in modo particolare attraverso il comportamento stesso dell’assessore: una ragazza 25enne, molto avvenente, che alla conferenza stampa indetta in conseguenza della sua nomina si presenta con un vestito che le risalta in modo particolare i già consistenti seni.

Di qui la qualità della dimensione pubblica complessiva del personaggio, data non soltanto dalla sua partecipazione alla vita politica, ma anche dal suo legittimo modo di presentarsi in pubblico in momenti destinati a pubblicizzare e a favorire la sua partecipazione al governo della comunità. Si può dire, quindi, che la qualità della dimensione pubblica del neo assessore è data dall’essere un personaggio politico dalla prorompente femminilità.

La frase pronunciata dal neo assessore nel corso della conferenza stampa ha occasionato la vignetta satirica incriminata. Ma la vignetta non ha fatto altro che riprendere sul piano satirico la dimensione pubblica del neo assessore. Dimensione pubblica arricchita dalla scelta di presentarsi in conferenza stampa con un vestito valorizzante la propria femminilità e dalla frase pronunciata all’indirizzo di quei “cittadini con dei bisogni” i cui problemi sarebbero stati dal neo assessore affrontati “di petto”.

Si comprende agevolmente, quindi, la legittimità della vignetta alla luce dei principi in materia di diritto di satira. Qui il nesso di coerenza causale tra qualità della dimensione pubblica del personaggio e contenuto del messaggio satirico è tra i più intensi, poiché i due termini del rapporto quasi coincidono, essendosi la vignetta limitata a riportare dati fattuali. La valutazione dell’esistenza di quel nesso, invece, presuppone sempre una divergenza tra gli elementi fattuali che occasionano la satira e quelli che contribuiscono a formare il contenuto del messaggio satirico, divergenza nella quale la satira trova proprio la sua ragion d’essere e che consiste nello storpiamento dell’elemento fattuale.

Qui lo storpiamento dell’elemento fattuale consisterebbe nell’aver rappresentato, attraverso il fumetto manga, il neo assessore fresca di nomina con i propri seni prorompenti ma scoperti. Dunque vi è sì una rappresentazione divergente dalla realtà, ma in fortissima coerenza causale con l’esplicita promessa, lanciata pubblicamente dal neo assessore, di affrontare i problemi “di petto”.

Evidentemente la decisione del gip di oscurare il sito a difesa della reputazione del neo assessore, decisione poi giustamente annullata dal Tribunale, è derivata dall’istintivo errato accostamento della vignetta ad un’immagine pornografica. Istinto che ha inevitabilmente prevalso su ogni tentativo di procedere ad una quanto mai necessaria analisi della fattispecie.